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  • 17 febbraio 2022
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La ricerca Credit Outlook 2022

L'aumento di elettricità e gas, i problemi di approvvigionamento dei materiali e la corsa dell’inflazione sono nuovi elementi alla base del report Cerved Credit Outlook 2022.

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Il 15 febbraio è andato in scena il Credit Outlook 2022, evento di presentazione della nuova ricerca di Cerved Rating Agency sulle prospettive del merito creditizio delle imprese italiane.

Quali sono i fattori che avranno impatto maggiore sul rischio di credito, nel 2022? Qual è la rischiosità dei singoli settori merceologici? Quali i possibili scenari negativi? Quali sono i rischi e le opportunità che derivano dalla transizione green?

Le risposte alle domande più attuali della nostra economia

Nel report Credit Outlook 2022 si ipotizza la continuazione del lento miglioramento della rischiosità delle aziende. La probabilità di default attesa a fine anno è pari al 5,35%, in diminuzione del 6% rispetto ai valori empirici sperimentati alla fine del 2021.  

“Grazie alla ripresa economica e all’espansione dei consumi privati e degli investimenti – ha commentato Fabrizio Negri, AD di Cerved Rating Agency – prevediamo un miglioramento dei fondamentali delle imprese, ma con diversi elementi di incertezza. Se da un lato, la copertura vaccinale ha contenuto gli effetti della quarta ondata, l’incognita di nuove varianti resta sullo sfondo“.

Inoltre, il forte aumento del costo dell’energia elettrica, delle quotazioni del gas e di altre commodities,  i problemi di approvvigionamento delle materie prime e della componentistica, nonché la corsa dell’inflazione sono elementi alla base dello scenario downside dell’Outlook in cui la probabilità di default stimata potrebbe salire e assestarsi al 6,12%.

Nel corso dell’evento, alla presenza di Riccardo Barbieri Hermitte, Capo Economista del Tesoro, Francesco Bicciato, Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, Anna Gervasoni, Direttore Generale, AIFI, Andrea Munari, Presidente BNL Gruppo BNP Paribas e del moderatore Andrea Bignami, SkyTg24 Economia, la Presidente e AD della Marcegaglia Holding, Emma Marcegaglia ha esposto il proprio punto di vista sugli elementi più significativi che caratterizzeranno il 2022: dalle riflessioni sul ciclo economico globale, alla disruption della catena del valore per finire sull’importanza di investire pragmaticamente nella transizione energetica per tutti i business.

L’andamento dei prezzi delle commodities e dell’energia

Altro tema centrale è stato quello legato all’andamento dei prezzi delle commodities e dell’energia. Nel 2021 il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica segnava aumenti fino a 400% . Questa situazione non migliorerà prima della seconda metà dell’anno, quando le difficoltà di approvvigionamento potrebbero attenuarsi.

Le probabilità di default sono diverse per area geografica, con previsioni più confortanti per le regioni del nord. In termini di dimensione aziendale, le probabilità di default più alte riguardano le micro e le piccole imprese.

Rischi diversificati in termini settoriali

Il farmaceutico e le utilities si confermano i segmenti con le probabilità di default più basse. La situazione dovrebbe migliorare anche per turismo, attività ricettive e costruzioni. Miglioramento dovuto anche agli interventi economici del Governo e agli investimenti in infrastrutture veicolati dal PNRR.

Le imprese energivore devono, invece, far fronte all’aumento dei costi dell’energia. Se per le aziende che dominano la catena di distribuzione rimane ipotizzabile l’opzione di trasferire gli incrementi di costo, per le piccole e medie realtà l’aggravio dei costi determinerà, nel maggior numero di casi, una compressione dei margini. Inoltre, Cerved Rating Agency ha considerato la diversa esposizione alla transizione green dei settori analizzati. Le imprese che operano nei settori più interessati, come ad esempio combustibili, trasporti, agricoltura e automotive, presentano più alte incidenze di questo fattore di rischio all’interno della probabilità di default complessiva.

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