17 FEBBRAIO 2025
In un momento storico in cui l'editoria digitale affronta sfide senza precedenti, Google Discover può diventare una soluzione interessante, non solo per i grandi editori, ma anche per tutte le realtà digitali che presidiano pagine di carattere informativo. E c’è un dato a confermare questa tesi: secondo le previsioni del Reuters Institute, Google Discover nel 2025 crescerà del 27%, di fatto sostituendo i social network il cui apporto per i siti editoriali è drasticamente cambiato. Discover, con le sue dinamiche assimilabili ad un social, può configurarsi quindi come una delle fonti di traffico più promettenti nel panorama digitale. Ma cosa rende Discover così speciale? E soprattutto, come è possibile sfruttare al meglio questa ?
Mercato editoriale: la crisi delle fonti di traffico e la “speranza” Discover
Il panorama dell'editoria digitale sta attraversando una trasformazione radicale. Gli snippet e i knowledge graph di Google stanno modificando profondamente il modo in cui gli utenti interagiscono con i contenuti online. Il traffico dai social network è in caduta libera - Facebook ha registrato un calo del 67%, Twitter del 50% - mentre cresce l'importanza del traffico branded. In questo scenario complesso, in cui gli algoritmi dei social network sono studiati per mantenere gli utenti all’interno delle app, Google Discover si presenta come un'alternativa interessante per gli editori alla ricerca di nuove fonti di traffico qualificato.
Discover: il "social network" di Google
Google Discover rappresenta la risposta di Mountain View ai social network tradizionali, ma con un approccio solo in parte diverso. Invece di basarsi su una rete di amici o follower e senza puntare sulle interazioni degli utenti, Discover crea un feed personalizzato basato sul comportamento digitale dell'utente: le sue ricerche, le sue letture, le sue interazioni con le app. È come avere un assistente personale che conosce i nostri gusti e ci suggerisce contenuti rilevanti prima ancora che li cerchiamo.
La particolarità di Discover sta nel suo modo di funzionare. Se un utente mostra interesse per un determinato argomento - che sia la cucina vegana, la Formula 1 o la fotografia - il sistema lo registra e inizia a proporre contenuti correlati. Ma non si limita a questo: Discover impara dalle nostre interazioni, affina le sue raccomandazioni nel tempo, creando un'esperienza sempre più personalizzata.
L'importanza del brand e dell'autorevolezza
Un aspetto spesso sottovalutato di Discover è l'importanza del brand. Una testata con un nome riconosciuto, che pubblica contenuti di qualità con regolarità, tende a ottenere performance migliori sulla piattaforma. Non è solo una questione di autorevolezza: a partire da maggio 2024, infatti, gli utenti italiani su Google Discover possono "seguire" i loro siti preferiti, creando un legame diretto tra editore e lettore.
Questo aspetto è particolarmente rilevante per gli editori che investono nella creazione di contenuti di qualità. I dati mostrano che i siti che alternano contenuti di approfondimento a contenuti più leggeri ma sempre ben curati tendono a mantenere un engagement più costante nel tempo.
Perché inserire Google Discover in una strategia editoriale
Gli “ingredienti” per la ricetta perfetta ci sono tutti: potenziale inesplorato, viralità, attenzione al brand e autorevolezza. C’è un altro vantaggio non trascurabile, dal momento che Discover ospita ogni tipologia di contenuto:
- Articoli
- Video
- Immagini
- Infografiche
- Schede prodotto
- Recensione prodotti
Si può inserire Google Discover in qualsiasi strategia digitale che abbia un focus sui contenuti, dal momento che sarà necessario solo ampliare il bacino delle fonti e attivare uno stream più votato alla viralità. Viste queste premesse, abbiamo deciso di approfondire l’argomento attraverso una serie di contenuti e un’analisi che abbiamo condotto per i nostri clienti per guidarli nelle scelte strategiche future.
L'Arte di creare contenuti per Discover
Il successo su Discover richiede però un approccio particolare alla creazione dei contenuti. Non basta più pensare in termini di keyword e ottimizzazione SEO tradizionale. I contenuti che performano meglio su questa piattaforma condividono alcune caratteristiche fondamentali.
Innanzitutto, la qualità delle immagini è cruciale. Discover predilige immagini di grande formato (minimo 1200 pixel) e di alta qualità. Non è un caso: in un feed visuale come quello di Discover, le immagini sono tra i primi elementi che catturano l'attenzione dell'utente.
I titoli giocano un ruolo altrettanto importante. L'analisi dei contenuti più performanti rivela pattern interessanti: le domande dirette, i titoli che promettono di risolvere un problema specifico o quelli che anticipano una storia interessante tendono a generare più engagement. Ma attenzione al clickbait: Discover privilegia i contenuti che mantengono le promesse fatte nel titolo.
Tecnologia al servizio dei contenuti
L'aspetto tecnico non può essere trascurato. Discover premia i siti che offrono un'esperienza utente eccellente, particolare su mobile. La velocità di caricamento, l'implementazione corretta dei dati strutturati, l'ottimizzazione per dispositivi mobili sono tutti fattori che influenzano le performance su questa piattaforma.
Ma c'è di più: i siti che implementano correttamente i principi dell'EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trust) tendono a ottenere risultati migliori. Questo significa investire nella qualità dei contenuti, nella verifica delle fonti, nella trasparenza degli autori.
La tempistica è un altro fattore cruciale. A differenza di Google News, dove la freschezza dei contenuti è fondamentale, su Discover il ciclo di vita di un articolo è più complesso. I dati mostrano che la maggior parte dei contenuti raggiunge il picco di traffico entro 48-72 ore dalla pubblicazione, ma alcuni articoli continuano a performare bene anche dopo settimane.
Gli utenti di Discover: un nuovo tipo di lettore
Chi sono gli utenti di Discover? L'analisi dei dati rivela due profili principali. Da un lato abbiamo il "News Seeker", tipicamente tra i 35 e i 45 anni, interessato all'attualità e all'approfondimento. Dall'altro il "Trend Follower", più giovane (25-35 anni), attratto da contenuti di entertainment e lifestyle.
Questa diversità di audience rappresenta sia una sfida che un'opportunità per gli editori. La sfida sta nel creare contenuti che possano interessare entrambi i profili mantenendo alta la qualità. L'opportunità è quella di raggiungere nuovi lettori che potrebbero non arrivare attraverso i canali tradizionali.
Guardando al futuro
Considerato lo scenario del 2024, nel 2025 le prospettive per Discover sono promettenti. La crescita prevista del 26% suggerisce che sempre più utenti utilizzeranno questa piattaforma per scoprire contenuti di loro interesse. Per gli editori, questo significa un'opportunità di diversificare le fonti di traffico in un momento in cui i social network tradizionali mostrano segni di cedimento.
Ma il successo su Discover non è automatico. Richiede un approccio strategico che combini qualità dei contenuti, eccellenza tecnica e comprensione profonda del proprio pubblico. Gli editori che riusciranno a bilanciare questi elementi saranno quelli che trarranno i maggiori benefici da questa piattaforma in evoluzione.
Google Discover sta quindi ridefinendo il modo in cui gli utenti scoprono e consumano contenuti online. Il successo richiede un approccio olistico che tenga conto di tutti questi aspetti, ma i risultati potenziali valgono lo sforzo. Chi saprà sfruttare al meglio le potenzialità di Google Discover si troverà in una posizione privilegiata per affrontare il futuro dell’editoria digitale del 2025 e non solo.
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