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Polizze catastrofali: proroga per le PMI, per le grandi aziende tre mesi senza sanzioni

Dal 2025 le imprese devono stipulare una polizza assicurativa obbligatoria a copertura dei danni causati da eventi catastrofali. L’obbligo di adeguamento, inizialmente previsto entro il 31 marzo 2025, è stato in parte differito per consentire un’adozione più graduale della misura.

Polizze catastrofali: proroga per le PMI, per le grandi aziende tre mesi senza sanzioni


Le imprese obbligate

La legge di Bilancio per il 2024 ha introdotto l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa a copertura dei danni direttamente causati da calamità naturali ed eventi catastrofali per tutte le imprese con sede legale in Italia e per quelle che hanno sede legale all’estero con una stabile organizzazione in Italia, qualora i danni impattino terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali iscritti in bilancio. Si fa riferimento alle imprese obbligate all'iscrizione nel Registro delle imprese ai sensi dell'articolo 2188 del Codice civile.

L’obbligo doveva entrare in vigore il 31 marzo 2025, ma è arrivata la proroga per le PMI di dotarsi di polizza catastrofale. Il rinvio deciso dal Consiglio dei Ministri è differenziato a seconda della dimensione delle imprese. Vediamo i nuovi termini:

  • primo ottobre 2025 per le medie imprese;
  • primo gennaio 2026 per le piccole e microimprese;
  • primo aprile 2025 per le grandi imprese, per le quali non scattano però le sanzioni: per ulteriori 90 giorni non si terrà infatti conto dell'eventuale inadempimento dell'obbligo di assicurazione nell'assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali.

Le imprese escluse dall’obbligo

Sono escluse le imprese agricole, per le quali si fa riferimento al Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole causati da alluvione, gelo, brina e siccità, prevista dalla Legge di Bilancio per il 2022. Anche le imprese i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste o gravati da abuso sorto successivamente alla data di costruzione, sono escluse dall’obbligo assicurativo.

Quali sono i rischi da coprire

Le assicurazioni catastrofali obbligatorie per i danni ai beni devono essere stipulate per calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale.

Gli eventi da assicurare sono:

  • sismi,
  • alluvioni,
  • frane,
  • inondazioni ed esondazioni.

Perché è necessario l'obbligo assicurativo?

Secondo un’analisi Cerved sono 73.000 le imprese maggiormente esposte al rischio catastrofale in Italia, in particolare nell’oil&gas (sia estrazione e produzione che raffinazione e commercio), nella produzione di energia, nei settori del cemento, del ferro e acciaio, dei materiali da costruzione, nell’agricoltura. Seguono l’automotive, la chimica, il sistema moda, i trasporti e la logistica.

Cosa succede se non viene stipulata l’assicurazione?

La legge prevede specifiche conseguenze per coloro che non rispettano l’obbligo di stipula delle polizze assicurative entro i termini stabiliti, ricordando che per le grandi imprese le sanzioni slittano di 3 mesi. Parliamo di:

  • esclusione da agevolazioni e contributi: dell'inadempimento dell'obbligo di assicurazione da parte delle imprese, si deve tener conto nell'assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali,
  • rischio finanziario elevato: la mancanza di una copertura assicurativa espone le imprese a un rischio finanziario notevole. In caso di eventi catastrofali, i costi per riparare o ricostruire gli immobili sono spesso elevatissimi e rischiano di compromettere la stabilità economica delle imprese e del loro business,
  • reputazione aziendale: la mancata osservanza degli obblighi assicurativi potrebbe danneggiare la reputazione dell’azienda. I clienti, i fornitori e investitori e tutti gli stakeholders potrebbero considerare negativamente un’impresa che non rispetta le normative.

La posizione di imprese, assicurazioni ed enti

La copertura assicurativa riguarda immobili e beni strumentali, ma la mancanza di dettagli sui beni da tutelare è fra i punti critici sollevati dal mondo imprenditoriale. Confartigianato ritiene che si debba fare chiarezza su molti aspetti ancora oscuri del decreto attuativo (Decreto 18/2025) come i beni da assicurare, i danni da risarcire, la confrontabilità delle offerte delle assicurazioni.

Simile il commento di Confcommercio, che propone un tavolo di confronto e un monitoraggio permanente con la partecipazione delle associazioni di rappresentanza delle imprese e delle assicurazioni e dei ministeri competenti. L’ANIA, che rappresenta le imprese assicurative, ritiene comprensibile la proroga ma suggerisce alle imprese di adeguarsi per tempo.

In sintesi, la norma vuole assicurare alle imprese una minimizzazione delle interruzioni delle attività, garantendo loro una maggiore resilienza e continuità del business aziendale.

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