CRO: l’importanza di ottimizzare il tasso di conversione

Va detto che non esiste una formula universale o un valore di riferimento che possa definire per buono un determinato Tasso di Conversione. Ogni settore, ogni sito, ogni segmento di pubblico può avere un Tasso di Conversione differente in base ad una serie innumerevole di fattori. Ottimizzare questo tasso significa migliorarlo e massimizzarlo, affinché si ottenga il massimo delle performance. Però come tutte le strategie di Digital Marketing va perseguita nel tempo e aggiornata sulla base delle nuove tendenze. Si può affermare che la CRO è una disciplina in continua evoluzione e che non poggia le basi su elementi certi in assoluto, perché va customizzata di caso in caso.

Vista la sua natura, la CRO intesa come strumento di efficientamento, è un’attività assolutamente orizzontale che porta molteplici benefici a tutti i livelli. Innanzi tutto, non è un approccio favorevole ai soli siti eCommerce.  L’ottimizzazione può giovare qualsiasi attività online che preveda una conversione:

• Lead Generation

• Advertising

• Direct Email Marketing

• Etc.

Inoltre, ottimizzare il tasso di conversione è un vantaggio irrinunciabile per tutti quei siti che acquisiscono traffico sia dai canali organici (Search Engine, Social, etc.) sia dai canali incentivati (SEA, Social ADV, Display, DEM, etc.). Questo perché a parità di traffico, applicando le ottimizzazioni, si otterrà un maggior numero di conversioni. È intuitivo come sia importante avere una strategia CRO oriented, anche e soprattutto per non disperdere i budget pubblicitari portando traffico ad un sito non ottimizzato.

Le principali aree di interesse delle attività di ottimizzazione del tasso di conversione sono di ordine:

1. Tecnico: qualsiasi inefficienza, malfunzionamento, blocco al processo di conversione va rimosso e ottimizzato;
2. Visivo e persuasivo: gli elementi grafici devono aiutare e incentivare la conversione;
3. Semantico: la chiarezza espressa nei testi e nelle descrizioni gioca un ruolo fondamentale;
4. Navigazionale: il percorso che l’utente deve compiere deve essere semplificato al massimo, vanno rimosse eventuali vie di fuga che lo distolgano dalla conversione;
5. Emozionale: va fatta leva su tutti gli elementi che possano aumentare il desiderio dell’utente di compiere un’azione, un esempio su tutti è la cosiddetta FOMO (fear of missing out).
6. Fiducia e Affidabilità: cosa dicono gli altri utenti? Il loro feedback (positivo) è essenziale.

Affinché si possano ottenere i risultati sperati, oltre ad affidarsi a figure specializzate, è necessario condurre sempre dei test A/B che confermino quali sono, per ciascun caso, le scelte più appropriate. Infatti, non è detto che segmenti di pubblico differenti, rispondano in modo univoco agli stessi stimoli. Per questo è essenziale non tralasciare mai il Customer Journey e il pubblico di riferimento a cui ciascuna conversione è diretta. Se ti interessa una consulenza gratuita, richiedila ai nostri esperti.

Vuoi una consulenza gratuita? Contattaci!