Attraverso dati e misurazioni è possibile valutare il passaggio a una nuova configurazione Cloud
In Cerved ci siamo dotati di una strategia multi-cloud. Il caso che descriveremo di seguito non ha la pretesa di raccontarne tutte le opportunità, bensì descrive un’esperienza pratica maturata e non necessariamente replicabile in tutti i contesti.
Nell’immagine qui sotto l’attuale configurazione cloud di Cerved.
Anzitutto una premessa. Per sfruttare al meglio un’architettura multi-cloud occorrono:
Quali sono le valutazioni da compiere per effettuare la scelta verso il multi-cloud?
Innanzitutto, abbiamo bisogno di dati e misurazioni.
Ecco alcune metriche sulle quali ci siamo basati per valutare lo spostamento da un Cloud Solution Provider a un altro.
Features e servizi
I Public Cloud sono tutti diversi tra loro. Si può scegliere tra feature più utili e servizi migliori; ad esempio, sulle macchine virtuali, alcuni Cloud Service Provider (CSP) ci obbligano a scegliere fra combinazioni fisse di CPU e RAM, altri invece danno piena libertà di customizzazione.
Costi
Lo stesso servizio può avere costi significativamente diversi pur mantenendo identico il livello di prestazioni. I piani di sconti ed incentivi sono diversi tra loro ed averne più di uno consente di scegliere il più adatto.
No lock in
Non dipendere da un solo CSP produce migliori condizioni contrattuali per effetto della concorrenza e aumenta la resilienza in caso di problemi. Inoltre, utilizzando metodologia IaC (Infrustructure as Code) con strumenti terzi come Terraform, è possibile migrare con relativa semplicità da un CSP all’altro senza dover ricostruire l’intera infrastruttura “manualmente”.
Performance
A parità di servizi e costi (ad esempio Virtual Machine e storage) le performance non sono sempre uguali e poter scegliere dove far funzionare un workload è una grande opportunità. La qualità delle prestazioni offerte ovvero la velocità di elaborazione di uno stesso workload o la possibilità nello stesso tempo di elaborarne di più complessi. Valori come RPO (Recovery Point Objective) ed RTO (Recovery Time Objective) sono parametri utili capire i livelli di servizio erogabili soprattutto su prodotti.
Region e latenza
Il lato oscuro di ogni cloud è la latenza, ovvero il tempo impiegato dalle richieste del nostro cliente per ricevere una risposta dall’applicazione. Per alcune applicazioni è importante utilizzare un CSP con region contigue a quelle dei clienti. È quindi opportuno valutare una distribuzione omogenea dei propri datacenter in modo da presidiare le aree geografiche dei clienti, riducendo così la latenza.
Metriche per misurare servizi e componenti in ottica multi cloud
Innanzitutto, per scegliere abbiamo bisogno di dati e quindi misurazioni. Le metriche sulle quali ci siamo basati per valutare lo spostamento da un CSP all’altro sono:
Criteri di scelta
Per Cerved, applicando le metriche appena descritte ad alcune componenti, si è giunti a una short list di possibili migrazioni e quindi a valutare un’eventuale migrazione ad un CSP più performante.
Analizzando i dati prodotti dalle metriche si è giunti a migrare un mongodb replica set di grosse dimensioni (420TB compressi), sulla base di queste evidenze:
Strategia Multi-cloud: i risultati ottenuti
A distanza di qualche mese da questa operazione è possibile fare un primo bilancio di questa esperienza Cerved.
Primo: il risultato immediato è stato un miglioramento delle prestazioni. I nostri test hanno dimostrato che in assenza di cache, ovvero per query non presenti in memoria, i tempi di risposta sono dimezzati.
Secondo: in termini economici è prevista una riduzione dei costi del 20% per questo anno e del 30% per il prossimo.
I riscontri sono quindi del tutto positivi, ma potrebbero non essere adatti in tutti i contesti.
Vuoi saperne di più? Leggi il nostro precedente articolo sul Cloud Cerved
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