L’Europa è la prima entità a dotarsi di un impianto giuridico a tema intelligenza artificiale. I primi divieti entreranno in vigore entro fine anno
Il 13 marzo 2024 è una data storica. Da quel giorno l’Unione Europa si è ufficialmente dotata di una legislazione in tema di intelligenza artificiale con un approccio basato sui rischi.
Il 12 luglio 2024 l’AI Act è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Perché è stato creato l’AI Act
L’AI Act è il primo quadro giuridico completo sull’intelligenza artificiale a livello mondiale. L’obiettivo delle nuove norme è promuovere un’AI affidabile in Europa, garantendo il rispetto di diritti fondamentali, sicurezza e principi etici, affrontando i rischi di modelli di AI molto potenti.
L’avvento dell’AI avrà un grande impatto su istituzioni, imprese e persone in quanto è una vera e propria rivoluzione industriale. Il suo impatto sarà trasversale su tutte le industrie. L’intelligenza artificiale si configura quindi come un perno intorno al quale interagiscono i fattori di produzione: capitale umano, risorse finanziarie e macchinari. Secondo uno studio del Parlamento europeo del 2023 l’intelligenza artificiale farà sorgere una nuova generazione di prodotti e servizi che secondo le stime porterà a un aumento stimato della produttività fino al 37%. Inoltre, se applicata ai servizi pubblici, può contenere i costi e contribuire alla riduzione delle emissioni globali di gas serra fra l’1,5% e il 4%.
Ma non tutto è oro ciò che luccica. Secondo lo studio, il 14% dei posti di lavoro nei Paesi OCSE sono automatizzabili e il 32% dovrebbe affrontare dei cambiamenti sostanziali. Anche se ne verranno creati altri e migliori, è cruciale un’adeguata formazione affinché i disoccupati possano accedervi e affinché ci sia una forza lavoro qualificata a lungo termine.
In sostanza, attraverso l’impianto legislativo, l’intento dell’AI Act è di promuovere la fiducia presso i cittadini europei di ciò che l’intelligenza artificiale ha da offrire. Infatti, mentre la maggior parte dei sistemi di AI comporta rischi limitati o nulli e può contribuire a risolvere molte sfide del nostro tempo, alcuni sistemi di intelligenza artificiale creano rischi per le persone e le democrazie e vanno quindi normati per evitare risultati indesiderati.
Requisiti e obblighi
Il regolamento mira a fornire a sviluppatori e a utilizzatori dell’intelligenza artificiale, requisiti e obblighi per usi specifici. Fra gli obiettivi c’è anche la riduzione degli oneri amministrativi e finanziari per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI).
All’interno della Commissione Europea è stato inoltre istituito l’AI Office europeo per supportare l’implementazione dell’AI Act, fornendo orientamenti e linee guida, facilitando l’armonizzazione delle norme sull’IA, promuovendo la collaborazione tra vari attori sia pubblici sia privati e sostenendo un approccio etico e responsabile all’intelligenza artificiale.
l’AI Act entrata in vigore in tutti i paesi dell’UE
Prima dell’estate ci saranno due ulteriori passaggi approvativi, nel Parlamento e poi nel Consiglio dell’Unione Europea, prima che la legge sia a tutti gli effetti approvata e successivamente applicata a tutti i soggetti operanti nei Paesi UE.
Nello specifico, la legge sull’AI:
Con alcune eccezioni:
La legge sull’intelligenza artificiale fa parte di un pacchetto più ampio di misure politiche a sostegno dello sviluppo di un’intelligenza artificiale affidabile, che comprende anche il pacchetto sull’innovazione dell’intelligenza artificiale e una iniziativa volontaria per supportare l’adozione dell’AI Act e conformarsi in anticipo agli obblighi chiave della legge sull’AI (AI Pact). Insieme, queste misure garantiranno la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone e delle imprese quando si tratta di intelligenza artificiale, promuovendo investimenti e innovazione nel campo dell’IA in tutta l’UE.
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