Anno nuovo, nuova SEO? Non proprio, ma l’inizio del 2023 è, probabilmente, il momento giusto per pianificare strategicamente le attività nel corso dell’anno, non perdere posizionamenti, rinnovare i contenuti e programmare le ottimizzazioni. Ma quali sono i 6 pilastri della SEO da implementare nel 2023? 1. Analisi delle abitudini di ricerca degli utenti L’ Analisi delle abitudini di ricerca degli utenti, conosciuta anche come “Keyword Research” o “ricerca per parole chiave”, è un’attività fondamentale della SEO. Si tratta di un’analisi volta a identificare le parole usate dai propri utenti target per cercare i prodotti o i servizi interessanti per il proprio business. Quest’analisi permette di conoscere le domande che le persone fanno ai motori di ricerca e di individuare argomenti, interessi, trend e abitudini di quelli che potrebbero diventare nuovi clienti. Da qui è possibile estrarre informazioni utili per tutte le fasi successive della propria strategia: analizzare i competitor, individuare le parole giuste per costruire l’architettura del sito, scrivere contenuti ottimizzati e così via. Dei tool di aiuto sono Keyword Planner di Google Ads che offre un thesaurus e suggerimenti di parole chiave alternative. I dati proprietari di Google aiutano attraverso il completamento automatico di Google, le ricerche correlate o People Also Ask. 2. Architettura del sito L’architettura del sito web è il modo in cui le pagine di un sito sono strutturate e collegate tra loro. Una struttura ben realizzata consente agli utenti e ai motori di ricerca di trovare facilmente ciò che un utente sta cercando. Curare l’architettura è, quindi, importante per la SEO per diversi motivi: Una corretta ottimizzazione aiuta gli spider dei motori di ricerca a trovare e indicizzare tutte le pagine del sito. Collegare internamente pagine ad alta priorità aiuta a migliorare il loro posizionamento su Google. Un’architettura corretta consente agli utenti di raggiungere qualsiasi pagina del sito in pochi clic. 3. User experience e ottimizzazione tecnica Nel 2021 Google ha annunciato che la Page Experience dell’utente è un nuovo fattore di ranking. Questo importante aggiornamento è un segnale forte del motore di ricerca, sempre più orientato a mettere al centro l’utente e la sua experience, in un connubio virtuoso tra ottimizzazione “tecnica” dei siti e loro navigabilità/facilità di fruizione. La valutazione dell’esperienza in pagina, elemento da tenere in considerazione anche in ottica SEO, è basata sui Core Web Vitals, punti di attenzione cruciali per la SEO, ovvero: Largest Contentful Paint (LCP): indica la velocità di caricamento. Il cosiddetto LCP, per una buona esperienza utente, dovrebbe completarsi entro 2,5 secondi dall’inizio del caricamento della pagina. First Input Delay (FID): misura l’interattività della pagina. Questa, per assicurare una buona UX, dovrebbe attestarsi su un FID inferiore ai 100ms. Cumulative Layout Shift (CLS): misura la solidità della pagina in termini di elementi che si muovono durante il caricamento o rendono la pagina fattore di confusione per l’utente. In questo caso il valore dovrà essere inferiore a 0.1. 4. Contenuti trasversali: blogpost, video e how to L’ottimizzazione SEO di un sito web e i conseguenti posizionamenti in SERP sono influenzati anche dai contenuti prodotti e pubblicati. Per ottenere buoni risultati occorre comprendere le esigenze degli utenti, creare contenuti che possono soddisfare i loro interessi, facilmente comprensibili dai motori di ricerca. Creare un blog o una sezione all’interno del sito nel quale pubblicare contenuti editoriali di valore aiuta molto il ranking sui motori di ricerca. Di questa tipologia fanno parte anche contenuti di tipo “how to” e video che possano ingaggiare gli utenti. Ma come si può attirare l’attenzione degli utenti e dei crawler? Ecco una roadmap per realizzare contenuti ben ottimizzati Per individuare gli argomenti più interessanti e importanti per una strategia di contenuti bisogna fare sempre riferimento alla Keyword Research. Lì si potranno trovare le domande che “ossessionano” i propri utenti, si potrà rispondere con chiarezza, mostrando tutta l’expertise e la conoscenza delle necessità del proprio target potenziale. I Title Tag sono importanti. Il title è, infatti, tra le prime informazioni lette dal motore di ricerca. Esso deve raccontare in maniera naturale, chiara e sintetica l’argomento della pagina. Se questi requisiti non venissero soddisfatti, l’algoritmo potrebbe non posizionare in maniera ottimale il contenuto. Struttura dei contenuti: gli heading tag hanno rilevanza e sono molto importanti per comprendere la gerarchia delle informazioni. Come per il Tag tile, L’H1 deve raccontare in maniera chiara e sintetica le informazioni che l’utente troverà in pagina. Inoltre, Google potrebbe utilizzarlo anche per comporre le informazioni da mostrare in SERP, se reputerà il Title non sufficientemente parlante. Gli altri heading tag devono seguire il criterio di brevità, chiarezza e specificità delle informazioni e devono essere uno strumento ulteriore per comprendere la struttura logica del contenuto. Aggiornamento dei contenuti: Google reagisce con prontezza ai cambiamenti sulla pagina. Se si aggiorna il proprio contenuto, Google aggiornerà i risultati di conseguenza. Se si lavora con contenuti evergreen, pillar articles e simili, vale la pena ottimizzare gli heading tag periodicamente. Infine, è importante ottimizzare anche i link interni, dato che sono tra le fonti principali (dopo Title Tag, H1 e heading tag) da cui Google estrapolerà i titoli che mostrerà in SERP. 5. Trust Building – boost finale Per attività Off -Site (o Link Building) si intende la creazione di link verso il proprio sito, ovvero l’acquisto di contenuti ottimizzati da pubblicare su siti terzi che contengono riferimenti al sito obiettivo, al fine di migliorarne il posizionamento nei motori di ricerca. Per Google, infatti, i link contano come attestazioni di autorevolezza verso un business online e contribuiscono a rendere il sito più rilevante per le ricerche in target. 6. I nuovi trend: AI (ChatGPT) e Realtà Aumentata (AR) Se quelle che abbiamo analizzato finora sono delle routine consolidate della SEO, negli ultimi mesi abbiamo visto sorgere e consolidarsi nuove tecnologie che hanno aperto nuove strade e possibilità. Tra queste possiamo citare: Intelligenza artificiale: applicabile, con ChatGPT, alla generazione di contenuti, ma con grandi potenzialità anche per il mondo dello scripting e del coding. Realtà Aumentata (AR): tecnologia già consolidata da tempo in ambito SEO che ha subito una serie di avanzamenti recenti che offrono nuovi scenari e ambiti applicativi. Tutte queste attività possono rendere un sito web affidabile e autorevole ai crawler di Google. Semplificando, se molti portali di valore si collegano alle pagine di un sito web, i motori di ricerca percepiranno che i contenuti di quest’ultimo sono di valore per gli utenti. Vuoi saperne di più? Contattaci IMPRESE E MERCATISEO