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  • 18 febbraio 2022
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Facility Management: riparte il settore dopo la frenata del 2020. Ma persistono le criticità di sviluppo nel mercato delle PMI

Il 2021 si chiude positivamente per il Facility Management e anche le previsioni per il 2022 mostrano una dinamica favorevole.A far da traino la domanda della Sanità, della PA e delle grandi imprese del Terziario e dell’Industria.

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Le imprese italiane attive sul territorio nazionale nel Facility Management sono circa 2.500 (per l’85% società di capitale), con una presenza maggiore in Campania, Lazio, Lombardia. Il settore occupa un numero di addetti complessivi di circa 30.000 unità.

Considerata la complessità tecnica e organizzativa dell’offerta, nel settore è molto frequente la creazione di consorzi, di alleanze commerciali e di associazioni temporanee (ATI) tra imprese specializzate nei diversi ambiti di riferimento di cui si compone l’offerta multi-service.

L’offerta nazionale risulta quindi frammentata e diversificata, ma per alcuni segmenti di mercato ad elevata complessità (come ad esempio ospedaliero, farmaceutico, industrie alimentari) il numero di operatori qualificati si riduce notevolmente, per la necessità di disporre delle necessarie competenze e dotazioni tecniche e organizzative.

Il giro d’affari del Facility Management in Italia si attesta a circa 2,6 miliardi e nel 2021 esprime una crescita del +4% rispetto al 2020, che si era chiuso con una flessione del -5,7%. Per il 2022 è attesa una ulteriore ripresa del +2,7%.

A sostenere l’evoluzione del mercato saranno ancora le attività di pulizia e disinfezione, che già nella seconda parte del 2020 avevano accresciuto la propria rilevanza, oltre al rilancio degli investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici e alla progressiva normalizzazione degli ambiti Trasporto (stazioni ferroviarie e aeroporti), Commercio e Cultura (centri commerciali, impianti sportivi, cinema multisala, musei, fiere).

La Sanità e la Pubblica Amministrazione continuano a rappresentare i principali ambiti di destinazione per gli operatori di settore (per circa il 60% del totale), grazie anche allo sviluppo delle piattaforme digitali di acquisto degli Enti Pubblici centrali e territoriali e alla maggiore diffusione dei contratti multiservizi nelle gare di acquisto da parte di Consip.

Nell’ambito Industriale e Terziario il settore presenta ancora diverse criticità, legate al frequente ritorno ai contratti tradizionali monoservizio da parte delle Piccole e Medie Imprese (per la crescente attenzione al risparmio sui costi operativi aziendali non strategici) e al continuo e consistente utilizzo dello smart working per la parte impiegatizia dei dipendenti.

Altri aspetti critici per il settore continueranno ad essere i lunghi tempi di pagamento della Sanità e della Pubblica Amministrazione e il fattore prezzo, che costituisce il principale elemento di competizione tra gli operatori sia nell’ambito Privato sia in quello Pubblico (soprattutto con il nuovo Codice degli Appalti).

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